martedì 20 novembre 2018

Body Snatchers (la Sindrome di Capgras al cinema)

Body Snatchers (Invasione degli ultracorpi) 

 

Film cult del cinema di fantascienza 'L’invasione degli ultracorpi' descrive perfettamente la sindrome di Capgras.




In psichiatria clinica c'è un raro tipo di patologia, nota appunto come sindrome di Cap­gras, che descrive esattamente questo genere di situazioni. Le persone afflitte da questa sindrome si consumano in un tipo di paranoia in cui credono che amici o familiari intor­no a loro siano in realtà degli impostori (sosia).

Parte dell'orrore di questi film dipende proprio dalla loro ossessione per il tema del doppio: l'idea che una persona buona possa veni­re trasformata in un alter ego o in un Doppelganger dalla natura inesorabilmente cattiva. I protagonisti devono quindi assumere un atteggiamento ultravigile nei confronti di tutti i loro soliti amici e le loro abituali conoscenze per distinguere di quali di essi ci si possa fidare e quali debbano venire distrutti.

Le scene di apertura mostrano il dottor Hill che ha in cura un deli­rante Miles Bennel, il quale racconta una storia che trasforma il film originale in un unico, lungo flashback. Quando alla fine del film ritorniamo alla scena iniziale, lo psichiatra decide che Bennel è matto. Tuttavia quando sentono un altro paziente parlare degli strani baccelli che cadeva­no da un camion rovesciato, si rende conto che McCarthy sta dicendo la verità.

L'invasione degli ultracorpi doveva finire con Miles Bennel che correva su e giù per l'autostrada gridando "sono arri­vati! ", mentre le auto gli sfrecciano accanto ignorandolo. L'ulti­ma inquadratura doveva essere un primo piano in cui egli, guar­dando direttamente nella cinepresa, ammoniva il pubblico: "Tu sei il prossimo!".

I dirigenti della Allied Artists respinsero le in­tenzioni del regista Siegel, e decisero di aggiungere delle scene al­l'inizio e alla fine per suggerire che gli invasori non avessero avuto completamente successo nell'invadere il pianeta. Il dottor Hill passa all'azione e chiede sicuro al­la polizia di chiamare l'FBI.

Gli studiosi di cinema hanno identificato la prima versione degli Invasori spaziali e diversi altri film americani degli anni cin­quanta con la politica reazionaria dell'epoca maccartista. Anche quella dell'Invasione degli ultracorpi, l'esempio più spesso citato di questa tendenza, può essere considerata sia dal punto di vista politico sia kleiniano. La convinzione che i comunisti potessero e stessero per proiettarsi in una persona amata per trasformarla nottetempo in una creatura ostile e priva di anima, trova le sue metafore nelle stesse convinzioni fantascientifiche che toccavano le angosce infantili ipotizzate dalla Klein.

I protagonisti di tutti questi film si trovano davanti a un dilem­ma analogo: non possono essere sicuri che i membri della loro fa­miglia, i colleghi e le persone amate siano chi dicono di essere. Ne L'invasione degli ultracorpi non ci si può fidare di nessuno, perché corpi familiari sono stati trasformati in persone - cloni. Non si può contare né sulla polizia né sullo psi­chiatra del film perché entrambi sono divenuti dei "loro".

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