Timidezza e fobia sociale (FS)
La distinzione tra ansia sociale fisiologica e patologica rappresenta un problema complesso di difficile soluzione ed anche i rapporti tra Fobia Sociale (FS) e timidezza non sono chiari; è verosimile che esista un certo grado di sovrapposizione e la possibilità che i vari termini descrivano diverse gradazioni della medesima condizione.
Barlow, a questo proposito, afferma che: «Le difficoltà di performance in una determinata situazione non hanno niente a che vedere con la timidezza o con le difficoltà generali di socializzazione».
Allo stesso modo, Marks ha osservato che le casistiche cliniche dei fobici sociali sono composte sia da individui i cui sintomi sono relativamente "puri" ed isolati, che da pazienti con vari gradi di difficoltà di socializzazione.
Nel DSM è implicita l'idea che questi problemi siano relativamente indipendenti tra loro, anche se parzialmente sovrapposti.
La prevalenza della Fobia Sociale nella popolazione generale oscilla dal 2% al l3%, mentre la timidezza appare di gran lunga più comune.
Il dato più interessante appare tuttavia quello relativo al fatto che, in almeno il 30% dei soggetti, la timidezza comporta un certo grado di sofferenza soggettiva e di disadattamento sociale, interpersonale e lavorativo.
Questa osservazione pone da un lato il problema delle difficoltà di delimitazione diagnostica della Fobia, dall'altro quello della validità degli attuali dati epidemiologici.
Infatti, è verosimile che l'entità delle condotte evitanti e fobico-sociali sia sottostimata dalle interviste fondate esclusivamente sull'esplorazione della paura e dell'evitamento in un numero limitato di situazioni specifiche.
Comportamenti evitanti più sfumati tendono infatti a sfuggire ad una corretta individuazione, in quanto spesso non sono vissuti come patologici, ma sopportati, sia dal paziente che dalle persone che lo circondano, mediante un adattamento dello stile di vita.
Alcuni elementi sembrano distinguere la timidezza dalla FS. Quest'ultima è caratterizzata da una maggiore interferenza sull'adattamento sociale ed appare come una condizione cronica, meno suscettibile di remissioni nel tempo.
Inoltre, i fobici sociali tendono ad avere più condotte di evitamento.
l dati epidemiologici e clinici suggeriscono che non tutte le persone timide possono essere definite fobiche sociali e viceversa non è chiaro se tutti i fobici sociali possano essere considerati timidi; nell'esperienza clinica, infatti, alcuni pazienti con FS non lamentano disagio interpersonale al di fuori delle situazioni specifiche temute.
Ad esempio, alcuni pazienti mostrano condotte fobiche nell'interazione con individui dell'altro sesso, mentre sono completamente a loro agio al di fuori di questo contesto.
Queste osservazioni sembrano indicare la non completa sovrapposizione tra FS e timidezza. Quest'ultima non sembra essere una condizione sufficiente per l'instaurarsi della FS ma potrebbe rappresentare un attributo temperamentale in grado di sottendere una maggiore suscettibilità a varie manifestazioni depressive e fobico-ansiose in situazioni di stress.
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