La Fobia è il timore irrazionale e invincibile per oggetti o specifiche situazioni che, secondo il buon senso, non dovrebbero provocare timore.
Tali sono la paura per spazi aperti (agorafobia), per quelli chiusi (claustrofobia), la paura di arrossire (eritrofobia), la paura dello sporco (rupofobia), la paura delle malattie (patofobia, vedi il post su: ipocondria), ecc.
La fobia si distingue dalla paura perché, a differenza di quest'ultima, non scompare di fronte a una verifica della realtà, e al tempo stesso va tenuta distinta dal delirio perché il fobico è perfettamente consapevole dell'irrazionalità dei suoi timori che tuttavia non riesce a risolvere.
Un tempo la psichiatria dinamica trattava unitariamente la fobia e l'ossessione; oggi si tende a differenziare le due figure perché, come precisa G. Jervis, «la fobia è il tentativo di costruire una difesa contro la propria ansia allontanandone ostinatamente l'occasione di manifestarsi con uno scongiurante e precipitoso atteggiamento di rifiuto che non fa che evocarne continuamente il fantasma; la difesa ossessiva è invece il tentativo di costruire una serie di barriere magiche fra sé e l'ansia, un labirinto di scongiuri, una struttura di comportamenti meticolosamente controllati, utili per allontanare all'infinito il momento del non-controllo, il rischio della crisi» (Jervis, 1975).
Le fobie sono cariche di significati simbolici nel senso che le cose o le persone o le situazioni temute dal soggetto rinviano in un modo più o meno deformato o a una pulsione repressa, o a una punizione per l'impulso inconscio e inaccettato, o a una combinazione delle due.
La condizione fobica rivela solitamente una condizione di dipendenza infantile e quindi di non raggiunta autonomia che si manifesta nella paura di agire e quindi nell'immobilismo.
Così il timore di luoghi aperti o di allontanarsi dall'ambiente noto (agorafobia) manifesta una situazione psicologica di insicurezza da far risalire a una condizione di dipendenza dalla famiglia e a sensi di colpa riguardanti la propria autonomia.
Allo stesso modo la fobia dello sporco (rupofobia) può nascondere il terrore del sesso, dello sperma e della gravidanza o inconfessabili sentimenti di colpa.
Le interpretazioni patogenetiche della fobia più accettate sono quella psicoanalitica e quella comportamentista.
Per la psicoanalisi, la fobia è il prodotto dei meccanismi di difesa dell'Io che, con la rimozione e lo spostamento trasferisce un complesso interiore che causa conflitti e ansia su un oggetto esterno che il soggetto fobico ritiene sia più facile evitare.
Al contrario per il comportamentismo la fobia è il risultato di un cattivo apprendimento che produce una risposta inadatta e sproporzionata alla situazione reale.
Francesco Giubbolini Psicoterapeuta a Siena
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