“Guarigione” non è più una parola “proibita”, almeno in psichiatria.
E’ invece un obiettivo, come in molte altre malattie complesse quali la depressione maggiore, che può essere raggiunto nella stragrande maggioranza dei casi.
Nonostante le concrete possibilità di trattamento esistenti a livello internazionale, c'è però un problema fondamentale: il cosiddetto "gap terapeutico" o "distanza" che esiste ancora tra ciò che può essere fatto e ciò che viene fatto per il trattamento dei disturbi mentali, specie i più frequenti nella popolazione (disturbi depressivi e disturbi d'ansia).
Lo studio internazionale di Thornichroft (British Journal of Psychiatry, 2017)
Ciò è evidenziato dai dati di uno studio internazionale importante e recente condotto dall'OMS (Thornichroft et al., Brit J. Psych., 2017) sulla diffusione dei disturbi mentali in 21 paesi del mondo. Questo studio mostra che solo il 23% delle persone con depressione elevata nei paesi ad alto reddito (e solo il 2% nei paesi a basso reddito) riceve un trattamento che soddisfa i criteri minimi di adeguatezza sulla base di prove scientifiche di efficacia.
Nel caso dell'Italia, si stima che circa il 3% della popolazione soffra di depressione.
Circa la metà di queste persone non vive la propria depressione come una malattia da trattare, rispetto a una media del 65% in altri paesi, paesi ad alto reddito nei quali invece i pazienti si rivolgono al proprio medico o allo specialista.
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