sabato 6 ottobre 2018

La grande crisi isterica nella letteratura

"... Ma di colpo si è rovesciata sulla poltrona, come in preda a moti convulsivi. Il dottor Du Maurier ha chiamato un’infermiera, e insieme hanno trasportato la ragazza sul letto. Il dottore ha detto: – Di solito quando ha una crisi del genere passa da una condizione all’altra. Non ha ancora perso conoscenza, c’è solo contrattura della mascella e della lingua. Basta una leggera compressione ovarica…





Dopo un poco la mascella inferiore si è abbassata, deviando a sinistra, la bocca si è messa di traverso, restando aperta così che si vedeva in fondo la lingua, incurvata a semicerchio, con la punta invisibile, come se la malata stesse per ingoiarla. Poi la lingua si è distesa, si è allungata bruscamente uscendo per un tratto dalla bocca, rientrandone e riuscendone più volte di seguito a grande velocità, come dalla bocca di un serpente. Infine lingua e mascella sono tornate allo stato naturale, e la malata ha pronunciato qualche parola: – La lingua… mi scortica il palato… Ho un ragno nell’orecchio…

Dopo un breve riposo, la malata ha mostrato una nuova contrattura della mascella e della lingua, di nuovo calmata con una compressione ovarica, ma dopo poco la respirazione si è fatta faticosa, dalla bocca uscivano poche frasi mozze, lo sguardo era diventato fisso, le pupille si erano portate in alto, tutto il corpo era diventato rigido; le braccia si erano contratte eseguendo un movimento di circonduzione, i polsi si toccavano dalla parte dorsale, gli arti inferiori si erano allungati…
Piedi a varo equino, ha commentato Du Maurier. È la fase epilettoide. Normale. Vedrete che seguirà la fase clownesca…

La faccia si è progressivamente congestionata, la bocca si apriva e si chiudeva a tratti, e ne usciva una bava bianca sotto forma di grosse bolle. Ora la malata cacciava urli e gemiti come “uh! uh!”, i muscoli del viso erano presi da spasmi, le palpebre si abbassavano e si rialzavano alternativamente; come se la malata fosse un’acrobata, il corpo si curvava ad arco e non poggiava più che sulla nuca e sui piedi.

Per alcuni secondi si è avuto l’orrido spettacolo circense di un burattino disarticolato che sembrava avesse perso il suo peso, poi la malata è ricaduta sul letto, e ha preso ad assumere atteggiamenti che Du Maurier definiva come “passionali”, dapprima quasi di minaccia, come se volesse respingere un aggressore, poi quasi da monella, come se strizzasse l’occhio a qualcuno. Subito dopo ha assunto l’aria lubrica di una adescatrice che invita il cliente con movimenti osceni della lingua, quindi si è messa in posa di supplica amorosa, lo sguardo umido, le braccia tese e le mani giunte, le labbra protese come a invocare un bacio, infine ha volto gli occhi così in alto da mostrare solo il bianco della cornea, ed è esplosa in un deliquio erotico: – Oh mio buon signore, diceva con voce rotta, oh serpente dilettissimo, sacro aspide… sono la tua Cleopatra… qui sul mio petto… ti allatterò… oh amore mio entrami tutto dentro…

– Diana vede un suo serpente sacro che la penetra, altre vedono il Sacro Cuore che si congiunge con loro. Vedere una forma fallica o una immagine maschile dominante e vedere colui che l’ha stuprata nell’infanzia, mi diceva Du Maurier, talora per un’isterica è quasi la stessa cosa. "

Leggi anche nel sito la pagina sul Disturbo di Conversione (Isteria, Sindrome di Briquet)


la descrizione di una crisi isterica nel libro: il cimitero di Praga, di Umberto Eco

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