Articolo su: Bulimia Nervosa, pubblicato su: Toscana Medica
Francesco Giubbolini Psichiatra e psicoterapeuta
Nel 1980 il DSM III identificava, tra i
Disturbi dell'Alimentazione, la `Bulimia" come entità nosografica
separata dell'Anoressia Mentale e caratterizzata, essenzialmente, da
episodi ricorrenti di eccessi alimentari.
Nel 1987 il DSM
III-R ribattezzava la sindrome come `Bulimia Nervosa" specificandone
meglio, al contempo, i criteri diagnostici:
1) Episodi ricorrenti di
eccessi alimentari.
2) Frequente ricorso a purghe e sensibile
restrizione alimentare tra gli episodi bulimici.
3) Persistente ed
esagerata preoccupazione per il peso e la forma del corpo.
Il DSM riserva un apposito capitolo ai Disturbi dell'Alimentazione,
precedentemente inseriti nei Disturbi dell'Infanzia Adolescenza e
Fanciullezza, in sintonia con il progressivo aumento dei disordini
alimentari verificatosi negli ultimi dieci anni; criteri diagnostici
aggiuntivi, rispetto alla precedente definizione, la sensazione di
mancanza di controllo sul comportamento alimentare, l'eventuale
riscontro di una intensa attività fisica tendente ad evitare (aumento
di peso come alternativa all'uso di purganti o al vomito auto-indotto),
infine il criterio "quantitativo", codificato in una media di due
episodi di orgia alimentare alla settimana per un periodo di almeno tre
mesi.
Si ritiene che la Bulimia nervosa sia da 5 a 10 volte più diffusa
dell'anoressia mentale, che l'età media di esordio sia tra i 12 ed i
20 anni, quindi più tardiva rispetto a quella per l'ANORESSIA MENTALE, anche per la
B.N. vi è stato un aumento di prevalenza in tutto il mondo occidentale.
Esiste una parziale sovrapposizione, clinica e psicopatologica, tra
anoressia e bulimia. Tuttavia, la bulimia non conduce mai ai livelli di
estrema emaciazione tipici dell'anoressia, ed il peso corporeo viene
generalmente mantenuto entro limiti normali. Il disturbo dell'immagine
corporea che è tipico dell'anoressia nella bulimia non è frequente e,
comunque, non altrettanto marcato.
Clinica
Di frequente riscontro; nei pazienti. bulimici, la presenza di sintomi appartenenti alla sfera depressiva: strumenti di inadeguatezza e vergogna, ritiro sociale più o meno intenso, sentimenti di indegnità e colpa (talora successivi alle crisi bulemiche, vissute come un abbandono alle proprie pulsioni, ma spesso presenti costantemente).
Terapia
All'eventuale trattamento farmacologico va sempre
associato il trattamento psicoterapico (psicoterapia breve di tipo
psicodinamico) che sembra essere il trattamento di elezione. Una
consulenza psichiatrica - psicoterapica è comunque sempre da
richiedere, trattandosi di un riscontro clinico - nosografico unitario
il quale però riconosce alla sua base assetti psicopatologici i più
diversi.
Psicoterapia della Bulimia Nervosa
La
conoscenza sull'efficacia della psicoterapia nel trattamento della
bulimia nervosa (B.N.) e dei disturbi del comportamento alimentare è
molto eterogenea.
Abbiamo una conoscenza discreta sull'efficacia della terapia della bulimia negli adulti.
Abbiamo una conoscenza discreta sull'efficacia della terapia della bulimia negli adulti.
Nella
B.N. i trattamenti devono essere ritagliati in base alle
caratteristiche dei singoli pazienti, ed essere accettabili per il
malato e per la sua famiglia.
Nei casi adolescenziali è importante coinvolgere la famiglia, e si può ottenere un esito soddisfacente anche solo con la psicoterapia in fase ambulatoriale.
Nei casi adolescenziali è importante coinvolgere la famiglia, e si può ottenere un esito soddisfacente anche solo con la psicoterapia in fase ambulatoriale.
Un
buon accordo tra coloro che si occupano del trattamento psicoterapico
dei disordini del comportamento alimentare sembra esistere a proposito
dell'idea che alcuni aspetti del disturbo di personalità, come l'impulsività e le caratteristiche borderline, possano essere predittivi di un esito meno favorevole.
Tuttavia
la principale conclusione a cui si giunge con maggiore chiarezza,
dall'esame della letteratura sui predittori di esito pre-trattamento, è
che nessuno di quelli identificati è particolarmente utile ai fini della
scelta del trattamento più adatto ad un particolare paziente.
Esistono,
inoltre, alcune circostanze particolari nelle quali è necessario
identificare i fattori di rischio alla prima valutazione e prenderli in
considerazione nella programmazione del trattamento del paziente, sia a
breve che a lungo termine.
Questo é il caso dei pazienti con storia di autolesionismo, tentativi di suicidio ed altri comportamenti ad alto rischio, delle pazienti in gravidanza o con figli piccoli e dei soggetti con comorbilità,
ad esempio, con diabete mellito. Contrariamente all'anoressia, il
corpus della ricerca sul trattamento della B.N. è più nutrito e
qualitativamente migliore.
Le principali conclusioni raggiunte possono essere così sintetizzate: la psicoterapia è, attualmente, la forma di trattamento più studiata e ritenuta più efficace ai fini della risoluzione del disordine bulimico.
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