Si definiscono 'DCA', acronimo per 'disordini del comportamento alimentare', e sono quelle sindromi cliniche i cui sintomi più evidenti ruotano attorno ad irregolarità ed anomalie dell'alimentazione.
Considerazioni generali su tali sindromi:
L'anoressia è la perdita totale o parziale dell'appetito; in psichiatria è un sintomo e rinvia ad una sindrome clinica (una malattia psicogena) connessa a disturbi dell'affettività: Anoressia Mentale (A.M.).
Patologia più frequente nel sesso femminile, si ritiene tuttavia che il 5-10 % dei pazienti che soffrono di A.M. siano maschi: in effetti, i disturbi alimentari nei maschi sono una realtà epidemiologica in aumento.
Sebbene la psicoterapia classica non sia utile nelle fasi iniziali del trattamento terapeutico, soprattutto se i pazienti con A.M. si trovano in uno stato cachettico, le psicoterapie ad orientamento dinamico possono essere utili in alcuni casi di anoressia nervosa quando le condizioni psicopatologiche si sono stabilizzate.
Quella invece che si definisce comunemente Bulimia Nervosa (B.N.) è un quadro clinico di più recente acquisizione rispetto a quello dell'A.M., ed è una condizione peculiare, caratterizzata da episodi di abbuffate di cibo, restrizioni alimentari tra un episodio bulimico ed il successivo, costante ed eccessiva preoccupazione per il peso corporeo.
Altre sindromi, più rare: Disturbo da alimentazione incontrollata e Night Eating Disorder (Abbuffate Notturne)
Un breve cenno per quanto riguarda la terapia della bulimia: un buon accordo tra coloro che si occupano del trattamento psicoterapico della B.N. sembra esistere a proposito dell'idea che alcuni aspetti del disturbo di personalità, come l'impulsività e le caratteristiche borderline, possano essere predittivi di un esito più o meno favorevole. Il trattamento psicoterapico consiste in vari interventi, comprese la psicoterapia individuale, la terapia di gruppo e la terapia familiare. A causa della possibile coesistenza di disturbi dell'umore, d'ansia e di personalità, occorre tenere conto di questi disturbi addizionali nel piano di trattamento.
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