venerdì 7 settembre 2018

Cenni su: Attacco di Panico - I sintomi



Gli attacchi di panico sono spesso del tutto spontanei, anche se occasionalmente possono far seguito a eccitazione, esercizio fisico, attività sessuale o a un trauma emotivo modesto. Generalmente le prime crisi sono inaspettate (senza causa scatenante) e spesso iniziano con un periodo di 10 minuti di rapido aumento della gravità dei sintomi.

Quali sono i sintomi del panico:

quelli mentali sono paura estrema e senso di morte imminente. I pazienti di solito non sono in grado di riferire la fonte della loro paura, si sentono confusi e hanno difficoltà di concentrazione.

I segni fisici spesso comprendono tachicardia, palpitazioni, dispnea e sudorazione.

I pazienti spesso cercano di abbandonare qualunque situazione nella quale si trovano per cercare aiuto.

La crisi di panico di solito dura da 20 a 30 minuti e raramente più di un'ora.

Tipicamente, si risontrano quattro (o più) dei seguenti sintomi, che si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nell'arco di 10 minuti:

(1) palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
(2) sudorazione
(3) tremori o scosse
(4) dispnea o sensazione di oppressione
(5) sensazione soffocamento
(6) dolore o fastidio al petto
(7) nausea o disturbi addominali
(8) sensazione di sbandamento, instabilità, stordimento, o svenimento
(9) derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere staccati da se stessi)
(10) paura di perdere il controllo o di impazzire
(11) paura di morire
(12) parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
(13) brividi o vampate di calore

Un esame formale delle condizioni mentali durante un attacco può rivelare difficoltà a parlare (balbettio) e un'alterazione della memoria. I soggetti colpiti possono provare depersonalizzazione (una sorta di 'offuscamento' del senso di sé) durante un attacco. I sintomi possono recedere rapidamente o gradualmente. Fra un attacco e un altro i pazienti possono presentare ansia anticipatoria relativa alla possibilità di avere un altro attacco.

I timori fisici di morte a causa di un problema cardiaco o respiratorio possono rappresentare il principale oggetto dell'attenzione del paziente durante gli attacchi di panico. I soggetti possono ritenere che palpitazioni e dolore toracico indichino l'imminenza della morte. Tipicamente i pazienti che si presentano al Pronto Soccorso sono giovani (ventenni), in ottima salute fisica e nonostante ciò affermano con insistenza di essere sul punto di morire per un attacco cardiaco.

Anziché diagnosticare immediatamente un'ipocondria, il medico del Pronto Soccorso dovrebbe considerare la diagnosi di attacco di panico.

Un caso clinico

Una donna di 26 anni si presentava in ospedale lamentando attacchi di terrore e l'effetto negativo che essi avevano sulla sua esistenza. Circa un anno prima, mentre era a casa davanti al televisore, aveva avvertito un inspiegabile attacco di ansia, accompagnato da cardiopalmo, senso di mancanza di aria, costrizione toracica ("come se qualcuno fosse seduto su di me"), intorpidimento delle dita di mani e piedi e forte tremore. Sebbene l'attacco passasse dopo pochi minuti si era precipitata al Pronto Soccorso dell'ospedale locale, convinta di avere avuto un attacco di cuore. Tutti gli esami fisici sultarono negativi.
Circa 5 mesi dopo il primo attacco aveva sperimentato un altro episodio mentre si recava a piedi al suo lavoro. Di nuovo, l'attacco sembrava venire dal nulla. Prese un giorno di malattia e consultò un cardiologo. I risultati di tutti gli esami furono negativi. Il cardiologo le disse che era affetta da ansia e le prescrisse un blando tranquillante.
Un terzo attacco con i medesimi sintomi si verificò 3 mesi dopo, mentre la paziente si trovava al supermercato. In preda al terrore essa lasciò cadere la spesa e corse a casa.
La frequenza degli attacchi crebbe rapidamente. da un attacco ogni poche settimane a un attacco tutte le settimane e quindi tutti i giorni. Non c'era modo di evitarli - essi si verificavano a casa, al ristorante, al lavoro. Ben presto divenne così preoccupata dai propri attacchi da non riuscire a concentrarsi sul lavoro. Quando si presentò in studio era soggetta ad attacchi multipli giornalieri da quasi due mesi.

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