Considerazioni generali sul significato, in psichiatria, del termine 'sindrome', e note sui disturbi d'ansia e sui disturbi depressivi (le c.d. sindrome ansiosa e sindrome depressiva).
Il termine 'sindrome' fu introdotto da Ippocrate per indicare un insieme di sintomi, ciascuno dei quali, unitamente agli altri, rinvia ad un quadro clinico riconoscibile.
Il termine ricorre con particolare frequenza e rilevanza in psichiatria dove, a differenza di quanto avviene in medicina, la relazione che dal sintomo rinvia alla causa patogena non è evidente come in ambito somatico (biologico).
La 'sindrome ansiosa'
Situazioni cliniche nelle quali la componente 'ansia' è particolarmente evidente, anche se inserita in contesti clinici che possono essere profondamente diversi gli uni dagli altri.
In psichiatria si usa il termine 'ansia' per denotare uno stato affettivo per così dire puro. Quando è patologica l'ansia è considerata, dal punto di vista psichiatrico, come un sintomo e non come una malattia a sé, pertanto può essere presente in qualsiasi malattia psichiatrica o organica, spesso come segno prodromico.
Nella depressione, ad esempio, è presente un atteggiamento ansioso per le convinzioni deliranti di indegnità, di colpa e di imperdonabili peccati, mentre nella schizofrenia può presentarsi nelle fasi acute per l'insorgenza di allucinazioni o di deliri terrificanti. Infine, nei soggetti che presentano una forma cronica di ansia sono frequenti altri sintomi come la difficoltà ad addormentarsi, sonno non ristoratore e con incubi, fino all'evoluzione in malattia psicosomatica.
In ambito psichiatrico si era soliti definire:
La nevrosi d'ansia (espressione - diversamente definita anche come 'sindrome ansiosa' - che venne introdotta nella letteratura da Freud, più di cento anni fa), un quadro psicopatologico di base che può recedere spontaneamente o evolvere in quadri più strutturati come la nevrosi fobica , l'ipocondria, la depressione, o arricchirsi di disturbi psicosomatici.
Il soggetto affetto da disturbo d'ansia vive in una condizione penosa di incertezza, di dipendenza dagli altri, dominato da un bisogno continuo di rassicurazioni con tratti di fragilità dovuti agli aspetti immaturi della sua personalità.
L'evolvere della sindrome ansiosa dipende spesso da fattori esterni il cui carattere favorevole o sfavorevole condiziona decorso e gravità.
Nella attuale nosografia, il quadro clinico nel quale il sintomo 'ansia' è particolarmente in evidenza è il 'disturbo d'ansia generalizzata'
Le 'sindromi depressive'
Sintomi di depressione si ritrovano in numerosissime patologie psichiatriche.
Sotto la generica definizione di 'depressione' si distinguono numerosi quadri clinici, spesso profondamente diversi tra loro.
Si possono sinteticamente distinguere:
Depressioni 'somatogene' in cui si può postulare un rapporto causale diretto con una malattia organica o una disfunzione somatica. In questo ambito si distinguono le depressioni organiche dovute ad arteriosclerosi, tumori cerebrali, paralisi progressive, ecc., e le depressioni sintomatiche che si riferiscono ai quadri depressivi postinfettivi, postoperatori, tossici, ecc.
Le Depressioni cosiddette 'endogene' (vedi il post sul concetto di 'endogeno' in psichiatria), sono le forme classiche di depressione conosciute e descritte fin dall'antichità sotto la denominazione di melanconia.
In questo ambito si distinguono le forme depressive a decorso monopolare, cioè con fasi solo depressive, e depressioni con decorso bipolare nel quale si alterna alla fase depressiva quella maniacale.
Depressioni 'psicogene' trovano infine la loro spiegazione in motivi psicologici riconoscibili e dimostrabili. Il caso più evidente è la depressione reattiva (vedi) ad un'esperienza vissuta come perdita. Tale è il lutto, la delusione amorosa, l'insuccesso nell'affermazione sociale, la frustrazione delle proprie aspettative. In questi casi il criterio di diagnosi è basato su un concetto di normalità statistica relativo al rapporto tra causa ed effetto eccessivo e inadeguato.
La distinzione tra depressione reattiva e depressione nevrotica, come peraltro la più ampia distinzione tra depressione endogena e depressione psicogena, non sono condivise da tutti gli orientamenti psichiatrici, ma sono tuttavia mantenute e continueranno ad esserlo finché non si perverrà ad una definizione più soddisfacente del concetto di endogeno.
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Nella attuale nosografia, il quadro clinico che maggiormente si avvicina a quelle che venivano in passato definite sindromi di tipo ansioso-depressivo è il disturbo di adattamento, con le varianti cliniche prevalentemente associate a sintomi di ansia, di depressione, e le forme miste, per l'appunto definite ancora ansioso-depressive (o con ansia e umore depresso misti).
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